Chi non si è mai spostato, o chi lo ha fatto per poco, non potrà mai rendersene conto. Di come si vive la vita al Sud.
Il Sud bistrattato e punito; spesso rinnegato, pugnalato, straziato; che fa sangue da ogni taglio, da ogni piaga che lo affligge. Il Sud con le sventure che non passano; che si alleviano, forse, ma non passano: la mala sanità, la corruzione, il degrado, la disoccupazione, la criminalità organizzata, lo spirito rassegnato di chi il Sud tenta di trascinarselo a spalla come un figlio che accompagna la madre ferita, con lo stesso orgoglio, la stessa fierezza, la stessa generosa apprensione.
Quanta bella gente è il Sud, quanta preziosità d’animo.
Chi c’è dentro non lo vede. Non vede che al Sud ti rimane meno tempo per sentirti infelice. È un paradosso, il tratteggio di un profilo che metti a fuoco solo se lo guardi da lontano. Lo vedo io, che torno una volta o al massimo due all’anno. Al Sud, lontano dalla solitudine asfissiante del traffico metropolitano, dagli sguardi assenti sui mezzi pubblici, dalla corse affannose per arrivare puntuali, dai giochi di prestigio per far quadrare la quotidianità, la famiglia, i figli, le piccole cose.
Il valore di ciò che possediamo siamo in grado di valutarlo solo quando non ce l’abbiamo più. È la natura umana, volubile e instancabilmente inquieta.
E allora, quando torno, il tempo di dilata, si centuplica, ne avanza, me lo arrotolo tra le dita, nei pensieri. Ma non è un tempo affannoso, inconsistente, svuotato.
È un tempo fatto di risvegli carichi di luce, di sorrisi per strada, di vento tra gli alberi, di come stai, quanto ti fermi, come vanno le cose, di mani tese, di carezze ai bambini, di doni passati dalla finestra, un dolce, le uova fresche, le zucchine, le melanzane, i peperoni dell’orto, di una telefonata, ci vediamo, vieni a cena, prendiamoci un caffè, se hai bisogno di qualcosa non farti problemi a chiedere...
Il Sud con il suo proverbiale altruismo, con le chiacchiere regalate a cuor leggero, senza ripensamenti, senza lo gogna del facciamo tardi. Il Sud povero ma ricco. Ricchissimo. Che trabocca di quella umanità di cui stiamo imparando a fare a meno. Che colma di un senso di pienezza le giornate che si allungano, sì, si allungano, come fossero due, tre giorni incastrati insieme, ma privi della stanchezza di sorridere ancora.
Sono al Sud, lo avrete capito, era solo per augurarvi BUONE VACANZE, amici. Assai buone, per quanto possibile. Con tanto tanto, tanto affetto.