Non c’è niente da fare. I bambini d’oggi stanno avanti. Altro che noi quando avevamo la loro età. I bambini d’oggi nascono col corredo genetico già attrezzato per la telefonia avanzata e la digitalizzazione in genere, possiedono una maggiore capacità introspettiva e d’analisi e sono in grado di cogliere un numero considerevole di sfumature in un dato contesto che li riguardi.
Non da meno, i bambini d’oggi tendono a padroneggiare un linguaggio forbito: saranno le giornate trascorse davanti alla tv invece di andare a rompersi le ginocchia col pallone o con la Barbie da insabbiare nel fango delle pozzanghere per farla diventare più bella.
Anche i miei bambini parlano benissimo. Hanno rispettivamente 8 e 6 anni e li ho sentiti dire parole come “infinitesimale”, “ciononostante”(tutto attaccato), “quisquilia”…
Se volete dei chiarimenti sul termine quisquilia, telefonate a mio figlio: ma vi avverto, potreste uscirne provati.
Ieri si stavano guardando una puntata di una serie tv noir per ragazzi.
Il grande ha provato a spiegarmi di cosa si trattasse: «Vedi mamma, questi hanno trovato delle chiavi magiche che possiedono il potere di far vedere a ciascuno le sembianze fisiche delle loro emozioni. Ad esempio, la rabbia di quella bambina ha il volto di una donna sgraziata con i capelli neri… Hai capito?»
«Mah… più o meno. Molto fantascientifico… Immagino, però, che ci sia un messaggio di fondo.»
«Oh, sì! Ad esempio, se io penso alla rabbia mi compare la faccia di papà quando gli hai distrutto la fiancata della macchina…»
«…»
«Se poi penso alla noia vedo la tua faccia quando papà ti chiama dalla camera perché gli hai spaiato i calzini…»
«Mmh… scusa, cucciolo, le tue emozioni hanno la faccia mia e di tuo padre?»
«Ebbè, sì, mamma, tu e papà occupate un posto sostanziale nel mio inconscio…»
A quel punto, mentre io mi guardavo intorno cercando di beccare, dietro al frigo o sotto al divano, gli alieni che mi avevano senz’ombra di dubbio scambiato il figlio, lui ha continuato con una disquisizione sul finale della serie che aveva già assurdamente guardato. È stato lì che la sorella è esplosa in una concitata richiesta: «Eddaaaiiiiii, però!... Non raccontare tutto… NON ME LA SPOLVERARE!».
Ho tirato un sospiro, rincuorata dal fatto che gli alieni avessero prediletto il maschio salvando la femmina. Meglio uno solo che tutte e due. Lo gnomo si è risentito. Ha chiuso gli occhi, ha respirato e poi ha detto: «Sei proprio ignorante! Non si dice: non me la SPOLVERARE”! Si dice: non me la SPOLLERARE! S-PO-LLE-RA-RE. Ti devo proprio insegnare tutto…».
Gli alieni si sono suicidati in massa.
Pericolo scampato.