lunedì 7 giugno 2021

NON ME LA SPOLVERARE

Non c’è niente da fare. I bambini d’oggi stanno avanti. Altro che noi quando avevamo la loro età. I bambini d’oggi nascono col corredo genetico già attrezzato per la telefonia avanzata e la digitalizzazione in genere, possiedono una maggiore capacità introspettiva e d’analisi e sono in grado di cogliere un numero considerevole di sfumature in un dato contesto che li riguardi. 

Non da meno, i bambini d’oggi tendono a padroneggiare un linguaggio forbito: saranno le giornate trascorse davanti alla tv invece di andare a rompersi le ginocchia col pallone o con la Barbie da insabbiare nel fango delle pozzanghere per farla diventare più bella.

Anche i miei bambini parlano benissimo. Hanno rispettivamente 8 e 6 anni e li ho sentiti dire parole come “infinitesimale”, “ciononostante”(tutto attaccato), “quisquilia”… 

Se volete dei chiarimenti sul termine quisquilia, telefonate a mio figlio: ma vi avverto, potreste uscirne provati.

Ieri si stavano guardando una puntata di una serie tv noir per ragazzi. 
Il grande ha provato a spiegarmi di cosa si trattasse: «Vedi mamma, questi hanno trovato delle chiavi magiche che possiedono il potere di far vedere a ciascuno le sembianze fisiche delle loro emozioni. Ad esempio, la rabbia di quella bambina ha il volto di una donna sgraziata con i capelli neri… Hai capito?»

«Mah… più o meno. Molto fantascientifico… Immagino, però, che ci sia un messaggio di fondo.»

«Oh, sì! Ad esempio, se io penso alla rabbia mi compare la faccia di papà quando gli hai distrutto la fiancata della macchina…»

«…»

«Se poi penso alla noia vedo la tua faccia quando papà ti chiama dalla camera perché gli hai spaiato i calzini…»

«Mmh… scusa, cucciolo, le tue emozioni hanno la faccia mia e di tuo padre?»

«Ebbè, sì, mamma, tu e papà occupate un posto sostanziale nel mio inconscio…»

A quel punto, mentre io mi guardavo intorno cercando di beccare, dietro al frigo o sotto al divano, gli alieni che mi avevano senz’ombra di dubbio scambiato il figlio, lui ha continuato con una disquisizione sul finale della serie che aveva già assurdamente guardato. È stato lì che la sorella è esplosa in una concitata richiesta: «Eddaaaiiiiii, però!... Non raccontare tutto… NON ME LA SPOLVERARE!».

Ho tirato un sospiro, rincuorata dal fatto che gli alieni avessero prediletto il maschio salvando la femmina. Meglio uno solo che tutte e due. Lo gnomo si è risentito. Ha chiuso gli occhi, ha respirato e poi ha detto: «Sei proprio ignorante! Non si dice: non me la SPOLVERARE”! Si dice: non me la SPOLLERARE! S-PO-LLE-RA-RE. Ti devo proprio insegnare tutto…».

Gli alieni si sono suicidati in massa.

Pericolo scampato.



martedì 1 giugno 2021

Vivere la vita

Vivere la vita è una cosa veramente grossa, c'è tutto il mondo fra la culla e la fossa. Sei partito da un piccolo porto dove la sete era tanta e il fiasco era corto e adesso vivi, perché non avrai niente di meglio da fare
finché non sarai morto.


La vita è la più grande ubriacatura, mentre stai bevendo intorno a te tutto gira e incontri un sacco di gente, ma quando passerà non ti ricorderai più niente.

Ma non avere paura, qualcun' altro si ricorderà di te: la questione è... perché?
Perché ha qualcosa che gli hai regalato, oppure avevi un debito e non l'hai pagato?
Non c'è cosa peggiore del talento sprecato, non c'è cosa più triste di un padre che non ha amato.

Vivere la vita è come fare un grosso girotondo, c'è il momento di stare sù e quello di cadere giù nel fondo;
e allora avrai paura, perché a quella notte non eri pronto.
Al mattino ti rialzerai sulle tue gambe e sarai l'uomo più forte del mondo.

Puoi cambiare camicia se ne hai voglia, e se hai fiducia puoi cambiare scarpe, con scarpe nuove puoi cambiare strada, e cambiando strada puoi cambiare idee, e con le idee si cambia il mondo.

Ma il mondo non cambia spesso, allora la tua vera rivoluzione sarà cambiare te stesso.

Eccoti, sulla tua barchetta di giornale che sfidi le onde della radiotelevisione. Eccoti, nel tuo monolocale che scrivi una canzone. Eccoti, lungo la statale che dai un bel pugno a uno sfruttatore. Eccoti, in guerra nel deserto che stai per disertare. E adesso... eccoti sul letto che non ti vuoi più alzare e ti lamenti dei governi e della crisi generale.

Posso dirti una cosa da bambino?
Esci di casa, sorrdi, respira forte!
Sei vivo, cretino.

#unacanzonepercaso



attenzione: #unacanzonepercaso può nuocere gravemente alla salute

 o perché non l'hai capita e ti sei incazzato con me per averti fatto credere che stavo farneticando su un dato argomento, 

 o perché, nonostante tu mi ci abbia mandato, il significato del testo che ho riportato ti ha stuzzicato e ti è venuta la voglia compulsiva di riascoltare, 

 o perché non te ne fregava effettivamente un cazzo ma siccome mi leggi e mi vuoi bene, ti ritrovi a dover lasciare comunque due parole di conforto, che non sai neppure tu quali possono essere, sui miei vari vagheggiamenti.

Io, ad ogni modo, te l'ho detto. Poi fai te.