Va bene, ne hanno parlato tutti. Voglio parlarne pure io. Mi perdonerete. E se non lo fate, vi perdonerò io: che io son buona.
Sta storia delle favole. Dumbo, Gli Aristogatti, Cenerontola e adesso Biancaneve.
Il principe è stato uno stronzo: non si bacia una ragazza avvelenata dalla mela senza il suo consenso.
“È difficile capire perché la Disneyland del 2021 scelga di aggiungere una scena con idee così antiquate su ciò che un uomo è autorizzato a fare a una donna. Perché non re-immaginare un finale in linea con lo spirito del film?”.
Già, perché?
E dire che i fratelli Grimm, previgenti, una mezza salvata l’avevano buttata lì:
nella versione originale della favola, il principe arriva un po’ meno testosteronizzato, contratta coi nani per portarsi via la finta morta e si prefigge solo di continuare a guardarsela in santa pace nella quiete del suo castello -scoptofilo di un principe! Come la metti la metti, sempre un abusatore rimane. Un nano, tuttavia, nello spostare la bara di cristallo, inciampa; nel trambusto, Biancaneve finalmente sputa fuori il pezzo di mela avvelenata e si innamora seduta stante del gran pezzo d’uomo che indirettamente l’ha salvata – pure sta Biancaneve, però, che la dà al primo che arriva, mica si fa così.
Che dire: io continuo a preferire la versione romantica del bacio a bruciapelo. Sarà che sono un’inguaribile romantica, sarà che all’asilo lo Gnomo interpretò il principe ed era emozionatissimo di salvare con un bacio le penne a Neve tanto che mi fece piangere, sarà che tutta sta politically correct, a me, le ha frantumate.
Tutti a decantare la libertà di pensiero, tutti a dire che siamo liberi, che nessuno si deve permettere di impelagarci in determinati schemi mentali, e poi non sei neppure padrone di avere una preferenza sul finale di una favola.
La verità è che non si è più liberi di esprimere un pensiero o un giudizio su qualsivoglia argomento senza che sbuchi fuori il politicamente corretto di turno.
Facciamo alcuni esempi - tratti da esperienze di vita vera.
- Se a scuola, mio figlio ne infastidisce pesantemente un altro e la mamma dell’infastidito si viene a lamentare con me o con le maestre chiedendo che vengano presi provvedimenti, quella è semplicemente una mamma preoccupata e mio figlio è un maleducato che va comunque redarguito. Se mio figlio viene pesantemente infastidito, poniamo, dal compagno di colore ed io vado dalla madre o dalle maestre a lamentarmi e a chiedere che vengano presi provvedimenti, io sono razzista. Ebbene, sì, io sono razzista. Perché quello, poverino, proviene da un’altra cultura ed io devo comprendere che, pur trovandosi in Italia da quattordici generazioni, si deve adeguare.
- Se io porto i miei bambini al parco e c’è un cane che scorrazza libero abbaiando e incutendo timore ad infanti e genitori e viene chiesto cortesemente al proprietario di tenerlo al guinzaglio per il benestare di tutti – come da legge -, il richiedente è uno schifoso anti-animalista. Perché il cane deve essere libero di abbaiare a chi gli pare e i bambini possono pure parcheggiarsi davanti alla televisione e non andare a inquinare l’habitat del migliore amico dell’uomo che, se solo avesse la parola, smadonerrebbe pure lui davanti agli infimi livelli di ragionamento che l’uomo stesso ha raggiunto.
- Se io vado al ristorante e ordino una bistecca e, mentre felice e compiaciuta me la mangio, il vegano-vegetariano-ononsocomealtrosidice, seduto per sfiga accanto al mio tavolo, mi guarda con disgusto e borbotta che appartengo alla mostruosa razza dei cannibali, io devo tenere botta e fare finta di nulla; se io, sbirciando i germogli di soia o il tofu, che il mio vicino vegano-vegetariano-ononsocomealtrosidice sta mangiando come portata principale, dico apertamente che non mi sognerei mai – io! mica lui! - di seguire un’alimentazione del genere, allora io sono una intollerante.
- Se io possiedo un appezzamento di terreno e decido di assumere un aiutante, e lo voglio uomo, fisicamente resistente e che sappia portare il trattore, io sono una maschilista; se io sto cercando una baby-sitter e la voglio donna, femmina in tutti i sensi, per questioni mie di cui non devo dare giustificazione a nessuno, escludendo il sesso maschile inclusi gli omosessuali, io sono una omofoba.
Potrei continuare ancora per un pezzo. Ma preferisco fermarmi qui.
Viviamo un’epoca di estremismi. È questo il male. Si è perso il senso dell’equilibrio, della leggerezza, del buon senso, dell’apertura mentale. L’opulenza ci ha rallentato le sinapsi; l’agiatezza ci ha fatto perdere il senso delle priorità.
Io non sono razzista. Per quanto mi riguarda, non dovrebbero esistere confini. L’altro è me, ed io sono l’altro. La supremazia dei popoli, le strategie dei potenti, lo sfruttamento dei paesi più deboli, andrebbero combattuti senza mezzi termini nella totale compattezza di animi e cuori. Ma se un bambino nero, giallo, arancio, fucsia o verde ne picchia un altro, poco mi frega del colore della sua pelle: quel bambino deve essere educato a non ricorrere alla violenza.
Così come uno stupratore, un ladro, un criminale è sempre tale a prescindere dalla sua nazionalità o dalla sua collocazione geografica.
Io amo gli animali, tutti, indistintamente. Nel senso che li rispetto, detesto la violenza gratuita su di essi ed è capitato che mettessi a repentaglio la mia vita e quella della mia famiglia per tirare via un husky abbandonato sulla tangenziale (che poi nessuna associazione di animalari voleva venire a prendere). Però, ad esempio, pur rispettando le preferenze di ciascuno, io, e dico io!, non dormirei mai con il mio cane, né mi sognerei di farmi slinguazzare in bocca cinguettando: Oh, Fido, la mamma è tornata.
Non concepisco come ci si possa piazzare in casa o portare a spasso maiali e pecore da compagnia (una volta giuro di aver visto una tizia con una pecora col pannolino al guinzaglio! Sono rimasta basita – specie per il pannolino: ho pensato alla pecora costretta a cacarsi addosso, poveraccia).
E, ancor di più, non mi capacito di come si faccia a gioire in nome dell’amore per gli animali, della morte di qualcun altro. Mi è capitato mesi fa: un post sui social in cui si annunciava la morte di un giovane ragazzo caduto da un burrone mentre era a caccia e, sotto, centinaia di commenti di questi signori, che si reputano addirittura più sensibili, più empatici e più intelligenti degli altri, in cui veniva espressa con parole ingiuriose e dissacranti “l’immensa gioia” per quella vita spezzata. Ora, per quanto mi riguarda, la caccia potrebbe anche essere abolita - per il nutrimento sarebbero sufficienti gli allevamenti -, ma va fatto salvo che la sua pratica affonda le radici nella storia dell’uomo e che la sua attività continua ad essere regolata dalla legge anche per il monitoraggio delle specie – dunque, praticare la caccia è legale, e far sapere alla mamma di un cacciatore che sei felice perché suo figlio è morto non ti rende una persona migliore, bensì un povero e triste omuncolo che dovrebbe rivedere per intero i suoi meccanismi di crescita.
E, poi, sarò libera di mangiare quel che più ritengo idoneo al mio gusto e alla mia salute? Io sono onnivora. Adoro le bistecche, le cosce di pollo arrosto, i fegatelli in salsa e la soppressata. Sarò libera di gridarlo ai quattro venti o di giudicare folle il gesto di quei genitori che costringono i loro piccoli a nutrirsi malamente di sola erba o lenticchie senza essere linciata? Ammazzatevi da soli, ciascuno è responsabile di se stesso, al massimo argomentate: ma l’imposizione non può o non deve essere contemplata.
Infine, se mai una strega cattiva mi avvelenasse con una mela, e, tu, Principe, ti trovassi fortunatamente a passare, ti prego, baciami! Baciami e baciami ancora e ancora. Persino nel caso in cui la mia auto-certificazione di consenso non ti fosse arrivata in tempo.
Sono morta dal ridere per l'appello al principe.
RispondiEliminaE anche per molto altro.
Come sai, mi sono occupata molte volte di politically correct e ne ho piene le palle pure io.
Quanto alla caccia, invece, sono contraria a quello che viene definito uno sport, ma mai mi sognerei di rallegrarmi per la morte di un cacciatore.
Sono onnivora e mangio quel che voglio senza sensi di colpa. E no, ti prego, le slinguazzate con annesso "amore di mamma" non le accetterei da mio figlio, figuriamoci da un cane.
E non sono una animalofoba.
Come si chiamano quelli che odiano gli animali, lo sai?
Ecco, Claudia, ho imparato una cosa nuova: come si chiamano quelli che odiano gli animali ^-^ Che qui, in mezzo a tutti sti "ofobi", io tendo a perdermi.
EliminaDiscutendo, io e te, in altri luoghi, di questi argomenti, so benissimo che convergiamo, più o meno, sugli stessi punti di vista. Sarà per questo che abbiamo un buon feeling. In ogni modo, vero! Io le slinguazzate neppure dai miei figli. Saremo noi ad essere "anomale. Oppure, anche no ;P
Al massimo si dice "zoofobia"...
EliminaNon sono aggiornata sul gergo "animalofalo" :D
EliminaSono d'accordo su tutto tranne che sui cacciatori: vai a uccidere, il rischio di restare uccisi fa parte del tuo stesso gioco.
RispondiEliminaSticazzi, giusto così 🤓💪
Non è che è precisato durante un'escursione. Ugualmente ammetto di provare un certo godimento quando leggo di cacciatori che si sparano per sbaglio l'un l'altro: fino a che sono tra loro, ripeto, sticazzi 👍😎
Per il resto, d'accordissimo: siamo in piena isteria buonista e politicamente corretta.
Oggi se litighi con qualcuno devi sperare che sia un uomo, etero e bianco. Qualsiasi altra categoria ti esporrebbe alla gogna dei nuovi invasati.
E delle nuove invasate.
O meglio, nuov* invasat*, come dicono loro 😅
Le favole? Spesso sono metafore di ben altre cose, quindi figuriamoci...
Moz-
Conosco il tuo punto di vista, Miki. Fortunatamente abbiamo avuto modo di approfondire. E' scontato che io non condivida il tuo "godimento", ma ho potuto capire da dove trova origine. Tu dici che nella mia visione delle cose, anche della caccia in genere, esiste ancora quella velatura di "romantico". Forse è vero. Per quanto non ci tenga granché, e, come ripeto, è uno sport che, a questo punto, potrebbe essere tranquillamente abolito, provengo da una famiglia di cacciatori. A casa mia la caccia è stata sempre un culto da praticare con tutte le "nobili" predisposizioni. Ti raccontavo altrove di mio zio: uomo integerrimo, generoso e altruista. Cacciatore perché il padre gli ha tramandato fucili e passione. Allevatore perché non ama mangiare dagli allevamenti altrui. Ecco, io conosco mio zio, tu (in generale, non tu come tu specifico) no: e se zio avesse un incidente a caccia, per noi sarebbe un immenso dolore. Perché, come uomo, non è identificabile solo come cacciatore, non è solo quello. E se lui muore e un'orda di forsennati corre a complimentarsi sui social per la sua morte, di certo non è così che si esprime un punto di vista o un diniego su una data pratica. Voglio dire, alla morte di quel ragazzo (nel caso specifico), tutti gli inni e gli inneggiamenti di quegli invasati erano assolutamente fuori luogo. Ecco, questo... Ma c'eravamo già capiti.
EliminaPurtroppo il mondo va avanti utilizzando il *luogo comune* e non ragionamenti, possibilmente ragionevoli.
RispondiEliminaE' importante non farsi condizionare e rimanere quello che uno è. Nel mio caso cerco di non offendere e me ne infischio del *politically correct*.
Mi pare giusto, Gus. E' già un grande passo avanti. Bravo.
EliminaSono così stufa di queste storiacce del politically correct che non riesco a scrivere nulla di più sensato.
RispondiEliminaSi sta esagerando, si sta diventando estremi in qualunque cosa. Pure i nostri ricordi di bambini sono riusciti a sporcare. No comment.
E un abbraccio a te ;)
Hai detto tutto, Sara.
EliminaTi abbraccio forte forte anche io :*
Questo articolo l’ho scritto io e te l’ho passato. Non è vero 😋, ma è come se lo avessi fatto. Non c’è una virgola che non mi veda d’accordo. Brava Irene, e diciamole le cose per come vanno dette: sto politically correct ha rotto i maroni alla grande! Che poi (evvai con le polemiche: sto lanciando una bomba), lo sai che tra poco il tuo “razzismo” verso il bambino nero che “maltratti” perché fa gli stracanacchi a tuo figlio potrebbe essere denunciato come reato passibile di sanzione?
RispondiElimina:O... Noooo! Non lo sapevo! Mi sono persa un pezzo, mi sa... Sta per essere approvata una legge? Non me lo dire. Io non posso più farcela a districarmi in tutta questa giungla, Marina :( Mi consolo appurando che non sono l'unica a pensarla in un certo modo. Mi sento meno pecora nera :D E meno maaaleeeee! Mi prenderebbe troppo a male :P
EliminaManca la leggerezza, dici bene, l'ironia ed il sarcasmo. C'è solo una marea di acidità in giro, che tracima come non mai, ipocrisia e contraddizioni...che brutti tempi!!! 😁
RispondiEliminaBrutti, brutti, Franco. Confidiamo in un cambio di tendenza :*
EliminaIo penso che il vero politically correct sia solo l'impegnarsi ad usare un linguaggio corretto, non offensivo e non ricadere in merdosissime categorie. E lo trovo giusto. Ma tutte questi esempi che riporti non sono politicallicorrect, sono solo ottusità che si nascondono dietro un'approssimativa maschera di polliticallicorrect, con due elle, appu to, da polli. Altra cosa.
RispondiElimina😀
Da "polli" mi mancava :DDD... Mi piace questa cosa di impegnarsi ad usare un linguaggio corretto per non ricadere in merdose categorie: voglio imparare a farlo per bene ^_^
EliminaTi abbraccio, Alberto :*
Ormai si esagera negativamente su qualsiasi argomento della vita...
RispondiEliminaBuona domenica,silvia
Eh, già.
EliminaBuona domenica a te, Silvia <3
Sono con te!
RispondiEliminaI social ci hanno abituati ad esprimerci senza soffermarsi a pensare, avere la competenza necessaria per farlo e talvolta neppure il diritto. Sono momenti esagerati, questi nostri, dove tutti paiono disposti a puntare il dito contro qualcosa o qualcuno, sbagliando spesso mira. Indirizzare l'indignazione per scaricare la frustrazione per "quel che succede" è uno sport che a qualcuno fa tremendamente comodo... occorre perciò non cadere nel tranello e tagliarsi la coda di paglia, se c'è.
Il vero amore salva, questo è il messaggio che la fiaba di Disney promuove, altrochè violenza. Certe trovate le considero una grande distrazione di massa. Chi le spande vuole affossare, esagerandole e quindi svilendole, le vere tematiche che vedono al centro l'insopportabile violenza alle donne...
(A proposito di violenza... Disney le ha violentate quasi tutte le vecchie favole... che dici, gli proponiamo la galera o un percorso di rieducazione?)
Buona domenica mamma Dadirri.
Il Vero Amore Salva: voglio imprimermelo per bene *_* E voglio imparare a ricordarlo. Grazie. Grazie grazie, Sari *_*
EliminaDisney fa quel che farebbe qualsiasi società che deve vendere puntando allo scioglimento sei sentimenti. E questo ha comportato lo stupro fiabesco, che tuttavia ci ha accompagnato negli anni.
Sai che, nel grande parco a Parigi, ci lavorai 3 mesi di seguito durante un'estate magnifica? Una vera e propria estate da favola ;)
Ti abbraccio, Sari cara, buona festa della mamma <3
Fantastica Irene!!!!!
RispondiEliminaGli estremismi sono parte della rovina del mondo. Re dell'egoismo. Io io io e solo io. Gli altri m...e!
Condivido parola per parola.
Baciooo
Per come ti conosco... non avevo dubbi, Pat! :D
EliminaUn bacio grande grande a te :*
Pure io ci sono cascata... Il politicamente corretto mi ha fatto cambiare una parola in un post che avevo scritto anni fa e ho ripostato. Dieci anni fa nessuno avrebbe avuto nulla da ridire ma oggi sì. Insomma, non avevo voglia di fraintendimenti così ho fatto prima a cambiare. La parola l'ho messa in Portoghese... meno impattante!
RispondiEliminaMa mi son girate male, questo lo devo dire... mio malgrado!
Hai ragione su tutto! Complimenti!!
Tutti, chi più chi meno, ci caschiamo, Sara. E' che in un certo senso, pur di non urtare la sensibilità di nessuno, si prova a percorrere la via del "diplomatismo"... Solo che si fa una fatica! Persino la satira, oggi, ha le ali tarpate. Teniamo duro per quanto possibile e tentiamo di tenere fede a noi stessi...
EliminaTu mi arrivi sempre molto autentica! Grande! ^_^
Un abbraccio immenso :*
A Te!! ❤️❤️❤️
EliminaIl punto è che sta venendo su una società di pappamolle piagnucolose pronte a fare tempesta in un bicchiere per delle sciocchezze, ma che, alla conta dei fatti, di fronte alle sfide vere e concrete, se ne stanno ben alla larga.
RispondiEliminaOoohh! Finalmente qualcuno che lo dice!
EliminaNon mi discosto di una virgola dal tuo pensiero, Marco. E tu, insegnando peraltro a dei giovani, saprai bene di cosa parli.
Confidiamo in una virata in bene.
Un abbraccio.
In realtà i giovanissimi mi sembrano abbastanza fuori da questi schemi mentali. Se da una parte io e altri colleghi li vediamo meno brillanti (cioè affetti da pigrizia mentale), del resto hanno una maggiore consapevolezza del mondo. No, questo tipo di schema credo si riscontri in persone con qualche anno di più, direi nella fascia 25-50 anni.
EliminaToccherebbe approfondire.
EliminaPigrizia mentale: sul serio? Pensavo fossero più svegli. Con tutta la tecnologia che hanno a disposizione.
Proprio per tutta la tecnologia che hanno a disposizione. Ci fanno troppo affidamento, invece di usare la testa. Una mia collega mi racconta che non sanno manco copiare durante le verifiche. E l'ho visto anch'io: su certe cose banalissime non ci arrivano, ma perché nemmeno ci pensano o si pongono il problema.
EliminaDel tipo, non si scrivono la versione sul palmo della mano? 😂😂😂... Il brivido di copiare e sfangarla: quella sì che era adrenalina 😁
EliminaConcordo in pieno.con te questo politically correct sta diventando un pretesto per censurare il libero pensiero e sta arrivando a toccare i limiti del grottesco
RispondiEliminaIn un certo qual modo, tu ne parli spesso, Dani. E ti fa anore.
EliminaUn abbraccio.
..sentirselo dire..baciami ancora è un'emozione senza fine.
RispondiEliminaVabbè..
Maurizio
Rimani il mio romantico preferito, Maurizio ^_^
EliminaDovremmo ricordare che il film di Biancaneve è degli anni 30 e da li ad oggi le cose so un po' cambiate e che basta guardare il film contestualizzandolo al tempo in cui è uscito: stop. Ma poi, perché bisogna guardare male ogni cosa e non goderci semplicemente quello che è per come è? Il sogno romantico e soprattutto finto di una generazione che si è estinta!
RispondiEliminaPer il resto mi trovo d'accordo con te su tutto.
Ciao Nicole!^_^
EliminaLe generazioni si estinguono per finta. Nel senso che, prima o poi, tornano alla ribalta tali e quali.
Secondo me, il sogno romantico che fu non si estinguerà mai. Come disse qualcuno: chi vivrà vedrà :)
Un abbraccio.