venerdì 26 marzo 2021

Di poesie babbe ed altre cose

Non ho mai scritto molte poesie. Perché, in verità, non le so scrivere. Anche se mi piace molto leggerle. Se mi chiedessero quali sono le regole base per confezionare un discreto componimento poetico, risponderei: Bò!... 

Dunque, le mie poesie, quando sgorgano all'improvviso da un pensiero fulmineo e si vanno a concentrare in quelle poche parole che possono somigliare a dei versi, io le chiamo "babbe". Dove babbe sta proprio per babbe, che non deriva dal babbo di quelle regioni dove per chiamare "papà" dici "babbo", bensì dal babbo/babba terronico. E in terronia, se sei babbo, sei babbo, non c'è niente da fare: sei un sempliciotto, un pò tonto, un pò rincoglionito e, nel caso peggiore, soffri di qualche handicap - lo so, siamo una brutta razza - .

Di poesie babbe ne ho scritte diverse, specie tutte le volte che mi sono innamorata. L'amore ti rende poetico, ti fa desiderare di esprimere lo scoppiettio dei sentimenti in ogni forma possibile; poi passa e tu rileggi quelle piccole opere amatoriali e pensi: mii, ma veramente mi ero così tanto imbabbunita?

Vabbè, oggi vi propongo una poesia. L'ho scritta di recente e, in un moto compulsivo di condivisione, l'ho pure pubblicata sul mio profilo feisbuc. L'ho scritta perché, reduce dall'ultimo anno, che chi mi conosce anche fuori da questo contenitore sa quanto per me sia stato di me... ehm... incisivo, mi sono ritrovata a riflettere su cosa veramente mi faccia paura della gente, dei rapporti interpersonali.

Allora, di volata, ho scritto:

Mi spaventa la cecità dell’anima,
l’indifferenza di chi guarda
e non vede mai.

Mi spaventano i cuori immobili,
quei cuori che non subiscono scossoni,
che si mantengono in bilico
nella poltiglia del loro brodo tiepido.

Mi spaventano gli struzzi,
il perbenismo dei pollai,
i serpentelli coltivati in cattività.

Mi spaventa l’abitudine all’assenza,
l’indifferenza alla sostanza del prossimo.

La poesia è certamente babba, ma a me ha confermato che, più di ogni altra cosa, del prossimo mi spaventa la mancanza d'empatia, la scarsa intelligenza (dalla quale proviene la cattiveria gratuita), le facciate d'apparenza, l'essere privi di coraggio nell'assumere una posizione e dire la propria, l'ego spropositato di chi non sa vedere al di là del proprio naso. 

Per sommi capi, questo.

E a voi, a voi cosa spaventa di più degli altri? In chi non vorreste mai veramente imbattervi?

Ah, spendetele due parole per dire che la mia poesia babba è babbescamente accucchiata bene :D

Dal web








48 commenti:

  1. Complimenti al Poeta!
    Concordo sulle negatività che ho letto sulla tua bella poesia. In particolare mi terrorizza:

    "Mi spaventa l’abitudine all’assenza,
    l’indifferenza alla sostanza del prossimo".

    Mio padre era siciliano, forte e sanguigno, certamente non era *babbo*.
    Sicuramente non sono *terroni*, almeno nessuno si azzarda a dirlo. Anche nel nord i siciliani vengono guardati con sospetto e temuti come potenziali aderenti di Cosa Nostra.
    Le donne ,splendide, sono quelle che incontra il Commissario Montalbano.
    Buona giornata.

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    1. L'abitudine all'assenza altrui e l'indifferenza alla sostanza del prossimo credo siano tra i caposaldi della bruttezza dell'animo umano.

      Sono passati i tempi del tu sei del sud ed io del nord; abbiamo ben altri problemi ormai.

      Le donne sono splendide in ogni caso e luogo ^_^

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  2. Non mi sembra poi così babba questa poesia :) a me piace.
    Cosa mi spaventa? la facilità con cui si sostituiscono le persone in questa moderna società di sentimenti liquidi ed aleatori.

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    1. Persone, sentimenti, necessità ancestrali... Come diceva il caro adorato Bauman... Però, sai, noto un'inversione in questo processo malefico? In fondo, già io e te la pensiamo allo stesso modo, teniamo alti dei valori e dei principi... E oltre noi, già qui, in questo breve spazio, potrei contarne almeno il quadruplo. Allora, forse, ce la facciamo a lasciare un mondo un pò migliore ^_^

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  3. Non è babba mi piace. Quanto alla tua domanda...Soprattutto la paura di non essere libero, e le persone violente.

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    1. Sulle persone violente sfondi una porta aperta. La violenza neppure la nomino perché la schifo troppo e non vorrei mai mai mai averci niente a che fare.
      Sulla libertà, bè, dura vivere la società ed essere totalmente, sottolineo totalmente, libero.

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  4. Versi intensi, e di graande spontaneità, piaciuti...
    Avrei molta paura di imbattermi in un balordo, o in un insieme di cani randagi "coi dentoni"....
    Buon fine settimana e un sorriso,silvia

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    1. Ma i cani randagi come metafora o proprio parlando di animali veri e propri? In entrambi i casi, farebbero molta paura pure a me!
      Un sorriso anche a te Silvia ^_^

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  5. Mi sento terrona a metà, perché non avevo mai usato il termine "babba", né l'avevo mai ascoltato nell'accezione che tu descrivi.
    La poesia comunque è bella, altro che!
    E lo sai che ormai non mi spaventa più nulla. Purtroppo.

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    1. Eh, mi sa che è più una cosa calabr-sicula. Io e Fabio collimiamo alla perfezione (tant'è che quando litighiamo i babbi si perdono). Se passa Marina vediamo se anche lei è fruitrice dello stesso senso.

      Tu sei la fan numero 1 delle mie poesie *_*... io mi sono troppo emozionata a venire ospite nelle tue stanze <3

      E perché purtroppo? Meglio! Come disse quello: L’omm ca po fa ammen e tutt cos nun ten paur e nient! :D

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  6. Cio che scriviamo è un po di noi che lasciamo ai ricordi. Pezzettini di stelle che ricorderemo un giorno tra un attimo ed un altro, Tutte le pesie sono belle perche nascono tutte da dentro.
    Grazie Irene per la visita gradita
    sei gentile
    Maurizio

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    1. Grazie a te, Maurizio!
      Le tue poesie sono bellissime!

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  7. Una poesia tenera e forte. La cosa che mi spaventa, è che ancora debba stupirmi di cose che mi spaventano, quando hai pensato di averle passate tutte.. invece no. Arrivano ancora cose pessime che ti lasciano basito e incredulo. Ma così va il mondo. Spesso diventa pianerottolo starnazzante. E tu puoi solo aprire una finestra e prendere aria..

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    1. Come diceva nonna mia: "A vecchia avia cent'anni e sempri 'nsignava...".
      Quando non ci stupiremo e non impareremo più nulla, caro Franco, mi sa che ci ritroveremo a discuterne dall'altra parte eheheheheh... Dunque, alti i calici e finché c'è vita c'è tempo per ossigenarsi quando serve.

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  8. Mi spaventa l'individualismo delle persone, il piccolo egoismo, la mancanza di solidarietà e di sapersi sentire parte di una comunità.

    Io che son babbo
    In un senso, ma pure nell'altro, dico che la poesia è carina carina.
    Io che son babbo ho però capito il segreto
    Per fare
    Poesia
    È andare
    A
    Capo
    Spesso
    E meglio
    Se a spro-
    Posito

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    1. Tu sei tra i miei 5 poeti preferiti! Sarà la capigliatura ^_^
      Poi quando ti ascolto penso a quello che disse:
      “La poesia non è fuori, è dentro:
      cos'è la poesia non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu!”

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    2. Io sto negli altri quattro?! ahahah

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    3. Ma tu ce l'hai i capelli come Alberto? ^_^

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    4. Irene, guarda che tu hai davvero degli ottimi gusti!!! Siine fiera, proprio
      😀😀😀

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  9. Molto bella e simpatica da leggere, ciao Irene e buon fine settimana, Angelo.

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  10. Bella e profonda la tua Poesia .
    A me invece spaventa tutto : la stupidità , l'ignoranza , la violenza ,
    la solitudine interiore ed esteriore , l'aridità del cuore , l'indifferenza.
    Mi fermo qui ma , c'è altro ancora che mi spaventa .
    Abbraccio . Laura

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    1. Tu sei una persona dalla spiccata sensibilità e, dalle tracce, che lasci traspare tanta intelligenza, anche d'animo. E' bello incrociarti, Laura; e condivido il tuo elenco di paure :*

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  11. La tua poesia, molto dura, altroché babba, è un po' uno spaccato dei difetti dell'umanità.
    Soprattutto la società moderna fa spegnere i cuori delle persone. Le rende anestetizzate alle emozioni, ai sentimenti. Ed è facile per tutti noi cadere in comportamenti in cui pecchiamo di ego.
    Di sicuro, c'è una cosa che spaventa: l'odio.

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    1. L'odio è al vertice di tutte le bruttezze. Ma l'odio, così come la cattiveria gratuita, proviene sicuramente dal pozzo dell'oscura stupidità.
      Sulla società moderna mi riservo di ridiscuterne ^_^

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    2. Come mi so(u)pporti tu, nessuno 😂

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  12. Molto interessante...a me spaventano l'indifferenza e l'egoismo delle persone. Un connubio perfetto che può provocare più stragi di un assassino. Ciao e buona giornata.

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    1. L'indifferenza e l'egoismo, secondo me, prima o poi tornano indietro come un boomerang.
      Un abbraccio, Vivì

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  13. Tu sei babba, che dici che la poesia è babba e non la poesia che, per me, vale come uno sfogo personale che fai benissimo a esprimere in una terra in cui chi si esprime sbaglia a farlo, come la metti la metti. Ecco cosa mi spaventa: il non potere dire veramente come la penso, il dovermi difendere dai leoni della gabbia, che mi vogliono col pensiero “giusto” per loro anche se per me non lo è. Rappresentare una minoranza è durissimo, oggi.

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    1. Marinaaa! Ti aspettavo! Aspettavo giusto te sotto questo post. Poco sopra io e Claudia ci chiedevamo sull'uso della parola "babbo" al sud: perché da me è in largo uso, a Messina idem, nella zona di Claudia è sconosciuto, e da te?

      Dipende da cosa intendi per "leoni". I leoni chiusi in gabbia sono solitamente gli stupidi di natura - da distinguere dagli ignoranti -. E con gli stupidi, tanto vale non perderci un grammo di tempo, figurarsi stare a discuterci di opinioni.

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    2. Per me babbo ha il significato che gli dai tu: in tutta la Sicilia è così. E poi ci sono le declinazioni: babbiuni, babbazzo, babbasuni ... 😁

      Sono io che mi sento nella fossa dei leoni, certe volte: l’unica ad avere un pensiero non condiviso. Volevo dire questo, esattamente.

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    3. Ah, ecco! :)) Che poi sì: le declinazioni abbondano, penso che la peggiore sia "babbo di dio", comprensibile solo a chi pratica la "babbite".

      Questa cosa della fossa dei leoni dobbiamo approfondirla, Marina, perché stranamente io col tuo pensiero mi ci ritrovo sempre: e dunque, siamo nella stessa fossa? ^_^

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    4. Qui nel nord il babacio (in Piemonte in particolare) è un pupazzo, quindi una roba sciocca, per bambini. Babbo e sue varianti hanno quindi il significato di sciocco, babbeo.

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    5. Ed io che pensavo che al nord non esistesse proprio l'uso. Bene bene.

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    6. Irene, il fatto è semplice: non voglio fare il vaccino.
      Apriti cielo!

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    7. Allora siamo in 2 😅 al momento non ci penso neppure io! E allora? I leoni si vaccinassero in santa pace per conto loro. Io ormai ogni sera discuto con mio marito. Lui reduce da AZ 😚 Gli ho detto: fallo tu che se entro l’anno tutto procede tranquillo poi ne riparliamo.

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    8. Ah, ecco, questo per me è altamente consolatorio. 😅

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  14. Appunto sul termine babbo=papà dalle mie parti si dice dalle mie parti chi chiama il babbo.. papà è perché la mamma è poco seria.
    "Mi spaventa l’abitudine all’assenza," hai ragione il girarsi difronte ai problemi degli altri e godere della mascherina adesso di tutti ma addietro molto più protettiva al dare una mano

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    1. Ciao Andrea, benvenuto ^_^
      Ho imparato una cosa nuova: quella sul "papà perché la mamma è poco seria". Interessante, toccherebbe approfondire.
      L'abitudine all'assenza è una cosa terribile, da qualsiasi angolazione la si guardi.
      A ritrovarci e buon lunedì!

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  15. Veramente babbo lo si dice anche qui al nord, è semplicemente una variante di babbeo.
    Di poesie in vita mia ne ho scritte solo tre (di cui una era un haiku), ma per motivi molto precisi, altrimenti non avrei osato, perché non sento di averne la necessaria sensibilità.
    A me gli altri più che spaventare, preoccupano. Apro un video sulla pandemia e nei commenti c'è da interrogarsi seriamente sulle persone che ci circondano. Oddio, non è manco questione di pandemia, chè la gente è esasperata, perché anche nelle immagini arrivate da Marte leggi robe... Miseria QUELLO E' MARTE, un minimo di meraviglia, ci vorrebbe! Non quella babba ignoranza...

    (che poi avevo lasciato un commento in quel di settembre, mai ricevuta risposta, ma vabbè pazienza...)

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    1. Ma ciao Marco! Ben ritrovato ^_^ Innanzitutto, mi scuso per quella risposta mancata del 1 ottobre (sono andata a controllare). Ti sarebbe bastato andare a sbirciare il post successivo datato novembre ( https://dadirriblog.blogspot.com/2020/11/il-nulla_18.html ) e avresti capito che ero stata presa da piccole preoccupazioni. Eh sì, pensa che il 1 ottobre, data in cui tu mi lasciavi quel commento, io approdavo con mia madre al Gemelli per un ricovero immediato. Il 30 settembre avevo appurato all'improvviso di un cancro fulminante che era già in metastasi. Mamma poi è morta il 1 novembre. E successivamente, mi devi perdonare, ma non ho ricordato di completare tutte le risposte ai commenti dell'ultimo post sul blog :)). Diciamo che la pandemia per me ha coinciso con la perdita delle ultime persone care che mi rimanevano, tento ancora, per come posso, di venir fuori da una dimensione di sofferenza che mi ha letteralmente risucchiato.

      La babba ignoranza dilaga, sfortunatamente. Sulla meraviglia, invece, credo che ci sia stata un'inversione di tendenza: noto gente che finalmente si meraviglia dell'importanza di essere vivi ^_^

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    2. ..la mia mamma andava via, il 30 settembre.. :(

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    3. sempre dello scorso anno, Franco? :( anno nefasto. Brutto e nero.

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    4. Mi dispiace tanto per la mamma. Avevo letto, però non è che sapessi le tempistiche, e non mi sono sentito di lasciare un commento perché, nel timore di mancare di sensibilità, non avrei voluto risultare inopportuno.
      Mi avrebbe fatto piacere se fossi passata per un saluto come con altri amici, però vabbè pazienza, non me la prendo se ti sei dimenticata di me. Mi fa piacere che tu sia tornata, e che anche se il 2020 ti ha tolto una persona cara, che non hai perso la voglia di sorridere, a partire da te medesima e di giocare con le parole, traducibili e non.

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    5. Hai ragione, Marco: ho mancato di lasciarti un saluto ^_^ Mi riservavo di passare da te con calma (ai tuoi post preferisco dedicare sempre la giusta attenzione). Mi farò perdonare :)... Sono felice che sia passato tu a salutarmi, così ci siamo ritrovati.
      A presto! e speriamo di avere sempre voglia di sorridere.

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