Riprendo, dopo tanto, una delle mie rubriche più spensierate e affettuose:
L'AUTORE DEL BLOG ACCANTO.
Perché, come disse il mio amico Moz, ci aggiriamo nei meandri del web nella gran parte anonimi e sconosciuti al successo di massa, ma, alla fine, l'universo dei blog è composto da ciascuno di noi. E dietro a chi scrive, dietro a chi ogni giorno si prende la briga di lasciare un pezzetto di sé in contenuti di vario genere e interazioni, c'è sempre qualcuno di speciale.
C'è pure chi è un autore vero e proprio, perché ha tentato la via della pubblicazione, oppure, semplicemente, perché è diventato un autore a tutti gli effetti per gli utenti che lo leggono.
Oggi ospito un poeta. E un fotografo. Non so cosa si senta di più. Suppongo, imprescindibilmente, entrambi.
Il suo blog è CARTATADIRESCHE. Lui è Maurizio.
Non ricordo come sono approdata nel suo angolo. Di sicuro sono rimasta affascinata dai grumi intensi di parole che quotidianamente Maurizio alterna ai suoi scatti che immortalano scorci di appassionato amore per il mondo, in tutte le sue sfumature.
Soprattutto, mi hanno colpito la semplicità, la discrezione, la bontà d'animo, la spiccata sensibilità che trapelano dalla maniera garbata di porsi.
Leggo, ormai, Maurizio da qualche anno, tra le varie latitanze e i periodi in cui bazzico appena. Ma, finalmente, riesco a dedicargli questa piccola intervista.
Ciao Maurizio, tu sei uno dei blogger più discreti che io abbia avuto modo di incrociare. Sono felicissima di averti qui e di poterti fare qualche domanda. Iniziamo.
Perché scrivi?
Scrivo per raccontarmi la vita che vivo, che mi gira attorno ogni giorno. Scrivo da sempre e trovo che colorare con le parole le nuvole di un cielo di mille emozioni è sempre qualcosa di meraviglioso.
Cosa speri gli altri leggano tra le righe?
Leggere è un po come sognare.
Se poi alla lettura si unisce l'interpretazione attraverso una fotografia, un suono o un colore, allora si possono anche ritrovare quelle emozioni che sono rimaste dentro come chiuse in un cassetto.
Le emozioni che io provo a donare, con la stessa semplicità e dolcezza con cui si donerebbero dei fiori di campo, vorrei fossero raccolte, da coloro che ne sono capaci, come emozioni pure, vere, sincere. Un pò come ritrovare qualcosa che si è perso e che inavvertitamente, toccando il cuore, riesci a sentire, riesci a dividere e condividere nella buona e nella cattiva sorte.
Spero tanto di poter donare quel sorriso, a volte disperso, a volte dimenticato, a volte rubato che spesso manca in Noi, attorno a Noi, dentro di Noi.
Cartatadiresche: ovvero?
Il titolo a questa emozione, iniziata nel maggio 2008, nasce da ciò che dalle nostre parti - in Sicilia -, è lo scarto per eccellenza: un foglio di giornale dove avvolgere le lische dei pesci da buttare.
Lo spazio mi è stato regalato, quasi per scommessa, da un amico carissimo, per me più di un fratello nonché ottimo fotoreporter: Toti Clemente. E' stato lui a spingermi in questa straordinaria avventura riconoscendo in me delle capacità comunicative. Ho incominciato dal basso ed ho iniziato a volare sul sogno, costruendo ogni giorno, con modestia, semplicità e amore, gradini di consenso in un cielo, in realtà, mai cercato. I numeri poi non hanno molta importanza, un sorriso sì.
Dove e cosa ti vedi a fare tra 10 anni?
Non so cosa mi riservi il mio modo di vivere negli anni a venire. So che continuerò ad amare la fotografia come ho fatto per una vita, con la giusta attenzione per il bianco e nero che spesso, molto spesso, dimentico.
Ma mi vedo anche a giocare divertito con i miei nipotini e a dir loro che la vita è una fotografia che resterà per sempre.
E io concludo ringraziando Maurizio e lasciando una traccia di lui. Anzi, due!
Due, tra le mie preferite.
"Addestro fumo per non modificare il silenzio.
Tu che ritorni a risplendere
come qualcosa che persa ritrovi
come quel granello di sabbia che neppure vedi
eppure trovi dove curvano i desideri e mesti
rientrano le onde appannate dal tuo sorriso."
dal bolg CARTATADIRESCHE AVMpress 2020 © Riservato ogni diritto e utilizzo
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Maurizio Anselmo - "Uno nessuno centomila" |