Sono passati diversi mesi. A me, personalmente, pare sia passata una vita. Quando accadono tante cose e tutti insieme il tempo si dilata. Sono assente. Assente cronica, come una patologia. Dal blog, certo. Non ho più il tempo di curarlo, di starci dietro, di farlo vivere. Per un pò non ne ho avuto neanche la voglia. Effetti collaterali dello sbattimento e di una discreta dose di dolore. E non è che non scrivo, che non butto giù fiumi di parole nei buchi notturni o quando faccio la fila in tutti quei posti là dove si fa la fila; è che il blog, diciamolo, è una cosa differente. Scrivere un blog è come stare in piazza a berti una birra sul muretto con gli amici. Ci sono le interazioni, il desiderio di fermarti ad ascoltare quello che hanno da dire gli altri, lo scambio di battute, il restauro degli animi. Ecco, per fare questo ci vuole anche tempo. Un minimo ci vuole: se lo devi fare a cazzo tanto vale lasciare perdere.
Ma oggi è la Vigilia. Dopo tutta questa assenza vorrei dirvi qualcosa di bello, di costruttivo, di sentito. L'altro giorno mi hanno mandato una cosa carina, una di quelle favole minuscole che passano da un uozzapp all'altro. La regalo a Voi, perché mi è piaciuta, mi ha colpito, mi è rimasta negli occhi. Leggete:
"Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall'uomo ricco e glielo diede.
L’uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?».
E l’uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore»."
L'altro cosa a caso che mi viene da pensare oggi è che Il Cuore Ha Sempre Ragione. Lo dicono in tanti, fa figo. Però è vero, il cuore, se lo si ascolta attentamente e senza forzature, ha sempre ragione. Il cuore, quel grumo di magia luminosa che ciascuno possiede al centro della propria essenza, è la nostra bussola, l'unica che possediamo, l'unica in grado di mostrarci, nel bene e nel male, la via per la felicità.
Perché, forse, per essere felici non ci vuole poi tanto.
Perché, forse, per essere felici basterebbe solo rimanere fedeli a se stessi.
Allora, quello che vi auguro oggi è che ciascuno non perda mai la propria identità. Che in mezzo a tutto il dolore, la merda del mondo, i colpi e contraccolpi della vita, Voi tutti possiate continuare ad essere Voi Stessi. E se nel cuore avete fiori, continuate a dare fiori, sempre e comunque, anche quando avete chiaro il sentore che l'universo intero non lo meriti.
Ecco, questo il mio Augurio. Abbracciandovi forte forte e lasciando un bacio sulla punta delle dita per ciascuno.
Con amore,
Irene