Sono stata lontana da questi lidi per due settimane.
Ho tagliato i traguardi astratti del tempo che passa soffiando su candeline incastrate nella panna montata.
Sono partita e sono tornata.
Spartiacque temporali che scandiscono la vita.
Sono utili. Bisogna sempre crearsi dei piccoli riavvii.
Così, ci si riformula. Si muta benevolmente, perché una grande verità è che possiamo essere meglio di ciò che siamo, di quel che siamo stati.
Oggi, pertanto, mi sento molto ispirata. Sopratutto, strabordo di buoni propositi.
Che ci azzecca tutto questo con la puntata mensile di me che vi parlo in maniera cazzeggiosa di filosofi e di accenni di filosofia?
Ecco, con una casualità da congiunzione astrale ed in tema con lo spirito attuale, negli ultimi dieci giorni mi è capitato di imbattermi in tre differenti spunti che mi è sembrato d'obbligo condividere.
1 - Leopardi
Il primo a fare capolino, sbucando fuori da un vecchio libro di Romano Battaglia, è stato Leopardi.
Su Giacomo se ne sono dette tante. Che era pessimista, che portava sfiga, che Silvia non lo calcolava, che è morto vergine, che non fosse un filosofo. Di tutte le dicerie, l'ultima è certamente quella con cui sono meno d'accordo. Nonostante numerosi studiosi del filone laicista italiano, da De Sanctis a Croce passando per Gentile, dibattendo sulle sue opere, abbiano negato il rigore e l'oggettività che rendono uno studio filosofico tale, io lo Zibaldone un pò me lo sono letto, e, citando paro paro Giovanni Ipavec, sono tanti e tali i pensieri sull’anima, la metafisica, la religione, la società, la natura, la morale, che l’opera [del poeta], ancorché disorganica e non sistematica, ben potrebbe configurarsi come trattato filosofico.
Ad ogni modo, la pillola di pensiero che tiriamo fuori oggi è la seguente:
E vi pare niente?
2- Lo sconosciuto Ben Herbster
In concomitanza a Leopardi, giusto un paio di giorni dopo, mi cade l'occhio su un pensiero alquanto filosofico che sosta su una pagina internet aperta per caso mentre faccio una ricerca d'altro genere:
“Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.”
Ben Herbster
Ora, chi sia Ben Herbster non ve lo so specificare. Ho fatto un'indagine senza ricavarne nulla. Se qualcuno possiede qualche nozione su Ben si faccia avanti.
Nel frattempo, sottolineare il più grande spreco nel mondo, vi pare niente?
3- Il bar Megna e Seneca
Il giorno prima di ripartire dal paesello di nonna, in Calabria, faccio, infine, un salto a salutare qualche amico. Ci godiamo l'ultimo aperitivo nel bar Megna, uno dei bar che stazionano di fronte alla Villa Comunale - [della Villa ne parlai qui].
Qualcuno, proprio quella mattina, ha scritto sulla lavagna del locale una frase nuova, differente da quelle che avevo sbirciato nelle capatine precedenti.
Ci penso e ci ripenso. Mi torna in mente che qualcun altro ha detto qualcosa di simile. Qualcuno che conta, uno dei boss della filosofia. Rinfresco le tracce che mi riconducono a Lui, a Seneca. Ripesco l'aforisma:
“Non è perché le cose sono difficili
che non osiamo farle;
è perché non osiamo farle
che le cose sono difficili.”
Seneca
E allora, tre su tre, mi dico che è il momento. Bisogna cogliere i segnali, andarci di petto, tentare di mettere la filosofia al nostro servizio.
Pertanto, non mi rimane che ribadirvelo, sopratutto perché menti geniali lo hanno proclamato e già da tempo:
Che ve ne pare?
Che poi, di approfonditamente filosofico questo post ha veramente poco, ma i trattati e gli studi seri li lascio fare a chi di competenza. Io mi limito a condividere con Voi spunti, speranze, ottimismo: un pò di sana filosofia spiccia, detta in altro modo.
Pertanto, non mi rimane che ribadirvelo, sopratutto perché menti geniali lo hanno proclamato e già da tempo:
Fino all'ultimo istante della nostra vita possiamo cambiare il nostro destino. Non sprechiamoci in qualcosa di meno di quello che potremmo essere. Osiamo. Osare è probabilmente il carburante che spinge in avanti la vita, l'unico gancio per mutare in corsa il destino e non sprecare neanche un minuto della nostra esistenza.
Che ve ne pare?