Amici utili o piacevoli?
Il filosofo del mese di febbraio arriva direttamente da un cartiglio dei Baci Perugina.
Anche san Valentino può dare i suoi buoni frutti, ed un Bacio, oltre che una dolce nocciolosa parentesi, può anche rappresentare un istante di amorevole riflessione.
Il filosofo in questione è un pezzo grosso, uno dei padrini della filosofia, uno dei boss, per intenderci.
Mi riferisco ad Aristotele, l'unico, il solo, l'inimitabile.
Aristotele, nato in Grecia nel 384 a.C., è noto a tutti per aver dato forma ed aver suddiviso la filosofia, da lui considerata una vera e propria scienza, in discipline ben distinte che abbracciano branchie come - solo per fare qualche esempio -: la fisica, la metafisica, la matematica, la polita, l'etica. Discepolo di Platone, Aristotele ha sviluppato un pensiero vastissimo e profondo che ha fortemente influenzato tutta la filosofia a venire e che è impossibile da riassumere in poche righe.
Interessante è il fine che lui attribuisce alla filosofia, indicandola come unico strumento per interpretare tutta la realtà servendosi comunque e sempre della logica.
Un elemento aristotelico che ho di frequente apprezzato e che ho istintivamente fatto mio è stato il suo sottintendere la vita presente come la vera vita (probabilmente l'unica), concetto che scaturisce dalla centralità della sostanza proveniente dal mondo sensibile ben degno di studio e di attenzione.
Ma veniamo al cartiglio Perugina con la frase contrassegnata dal num. di serie 350:
Gli uomini felici non hanno bisogno di amici utili ma di amici piacevoli.
Aristotele parla della necessità dell'amicizia, delle sue specie, della dottrina e di tante altre cose che la riguardano nel Libro VIII dell' Etica a Nicomaco. E' ovvio che una lettura approfondita sarebbe in grado di svelare il vero senso di questa formula stringata e saggia che antepone, almeno per un sentimento nobile quale l'amicizia dovrebbe essere, il piacere all'utilità.
Il filosofo non cita gli uomini ricchi, e neppure gli uomini colti, men che mai gli uomini provenienti da una determinata cultura o estrazione sociale; nomina, invece, gli uomini felici.
Chi è felice non cercherà negli amici un rendiconto personale ma il puro piacere dell'amicizia, dello scambio affettivo.
Può sembrare lineare, quasi banale, ma non lo è. Mi viene anche da pensare che è difficile discernere la commistione tra l'amico piacevole e l'amico utile. Le "amicizie utili" sono sempre esistite, nell'epoca in cui viviamo, poi, rappresentano le fondamenta di molti ambiti.
Ho un simpatico ricordo di una potenziale "utile" amicizia.
Da adolescente, il mio migliore amico era il figlio del proprietario del frantoio di zona. Gli volevo un gran bene, per me era ed è rimasto un punto di riferimento, una persona speciale. Tuttavia, i miei nonni possedevano un discreto numero di piante di ulivo, e, ogni volta che il poveretto capitava a casa mia, partivano le inquisizioni sul prezzo dell'olio e gli ammiccamenti alla sottoscritta per mettirci la buona parola. Nonno addirittura aveva finito per reputarlo un buon partito, e pur non alludendo esplicitamente alla faccenda, con l'immenso bene che nutriva nei miei confronti, non perdeva occasione per sottolineare l'utilità di quella amicizia. Pensa - mi diceva - pensa com'è la vita, tu le piante d'ulivo e lui il frantoio, il destino sa quel che fa...
Fortunatamente, a me ed al mio amico, del destino non ci è mai interessato più di tanto, così che la nostra amicizia dura da tutta una vita nonostante il frantoio della sua famiglia e le piante d'ulivo della mia non siano mai convolate a nozze.
Tuttavia, persino nel più nobile dei casi, l'amicizia può partire da un largo fondo di piacevolezza per sconfinare, quando sembra più salda e consolidata, in un minimo di aspettativa. E' nella natura umana.
Allora, Aristotele intende, forse, ammonire l'intenzione: se siete felici non cercherete gli amici col fine unico dell'utilità, ma coltiverete l'amicizia per il piacere reciproco di condividere con l'amico.
E voi, cosa ne pensate? Avete mai cercato un'amicizia solo perché utile? Siete mai stati oggetto di amicizia che aveva come unico scopo l'utilità della vostra persona? Sopratutto, è giusto approfittare di un amico se quell'amico può effettivamente fare la differenza in una determinata questione?