lunedì 31 dicembre 2018

BUON 2019!

Quest'anno ho quasi baipassato del tutto gli auguri di Natale. C'entrerà in qualche modo l'esigua fede che mi accompagna e che riguarda tanto il credo nella religione quanto la speranza - aimè - nella società. 
Che poi la Natività conserva ai miei occhi lo stesso identico significato di condivisione, unione, accettazione e solidarietà degli animi che ho imparato ad attribuirgli sin da bambina, non fosse che negli ultimi tempi non riesco più ad esprimerlo in maniera adeguata. 

Ma oramai il Natale è andato. Come disse qualcuno, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato...

Gli auguri per un buon inizio di anno ci tengo a farli

Il 2019 mi sta pure simpatico. Suona bene il 2019, due-mila-dicia-nnove: pare quasi una promessa d'amore. 

Cosa augurare?

Sì, sì, tutte quelle cose lì, la salute prima di tutto, il lavoro, la pace, la serenità, tanti soldi che non guastano mai, un marito o una moglie se non ce l'avete, un divorzio tranquillo se avete un matrimonio di troppo... Insomma, nel calderone dell'augurio, tutte le cose desiderate e desiderabili.

Io, tuttavia, ogni anno ci provo, che tanto è vero che ogni momento può essere un nuovo inizio e non c'è bisogno di aspettare Capodanno per resettarsi ed auto-stilare dei buoni propositi, ma già che il Capodanno è obbligatorio, approfittiamone, 

e quindi il mio augurio speciale è quello di riuscire a vedere finalmente la Felicità, la felicità vera. 
La Felicità che gironzola in ogni vita, su ogni storia, quella fatta dei piccoli momenti di gioia e dello straordinario spettacolo di esistere al mondo. Chi cerca la felicità altrove, in grosse imprese, in immense ricchezze, è quasi certo non la troverà mai.

Insieme alla Felicità Quotidiana e Straordinariamente Ordinaria, auguro tanta tanta Leggerezza. Senza la leggerezza di vivere, la vita si fa un macigno da portare avanti, da trascinare. Cerchiamo di essere leggeri, di non prenderci sempre troppo sul serio, di non attaccarci costantemente alle stronzate. Che pesantezza di vivere che noto in giro, persino sul web. Anzi, in particolare sul web, auspico per il 2019 una sana e fortissima ventata di leggerezza, e auguro a chi ha problemi psico-pato-mentali di non sfogare le proprie manie compulsive e caratteriali in rete, di ritrovare piuttosto la propria leggerezza da un bravo psicoterapeuta, che anche queste figure professionali devono lavorare, sono lì al proprio posto esattamente per questo, perché rendere inutile la loro presenza quando ve ne è di evidente bisogno.

Nonno diceva, ridiamo questi tre giorni che ci rimangono, che dopodomani non ci saremo più. E dopo la grattatina di scongiuro, afferrate il concetto. Se tutti ricordassimo con maggiore frequenza  che il tempo a nostra disposizione non è eterno, probabilmente sfrutteremmo ogni giorno della nostra vita in maniera più intensa, più costruttiva, più divertente ed anche più folle, ma di quella follia sana di cui Erasmo cantava  e di cui si diceva fosse opera della natura madre del genere umano che aveva infuso nell'uomo più passione che ragione, perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.

E' questo che ci AUGURO, Amici ed Amiche Carissimi che con Immensa Gioia ho l'Onore di frequentare in questo spazio, che in mezzo a tutte le difficoltà, la sofferenza ed i problemi che imprescindibilmente il nostro essere uomini e donne ci impone, noi riusciamo a trovare sempre la forza per sorridere ed amare.

Sorridere e Amare.

BUON 2019 A TUTTI!












giovedì 13 dicembre 2018

La pipì santa di Santa Lucia

Oggi ricorre Santa Lucia. Di Santa Lucia si ricordano più o meno tutti. Non so bene come funziona la classifica dei santi più gettonati, ma Lucia, se così si può dire, rientra in quella rosa dei santi Vips.

Quando ero piccola a Santa Lucia si mangiava il mais bollito. Non so bene da dove provenisse questa tradizione e se fosse osservata in tutte le famiglie del sud, ma a casa mia la nonna e le sue sorelle si procuravano chili e chili di mais e durante la sera che precedeva il 13 dicembre lo bollivano a dovere in casseruole conservate appositamente per l'occasione.  Le pie donne si occupavano, probabilmente, anche di salarlo al punto giusto il mais, ma la versione ufficiale che veniva raccontata a noi bambini era che durante la notte Santa Lucia fosse passata e ci avesse fatto pipì sopra.

Ora, nonostante il bene per la Santa e l'adorazione che nutrivo per le donne della mia famiglia, ricordo chiaramente che mangiare il mais di Santa Lucia a me risultava piuttosto ostico. Va bene che la sua pipì era santa e per nulla paragonabile a quella degli uomini terreni, ma bagnarci addirittura il mais e poi darcelo da mangiare mi pareva già in tenere età una cosa antigienica e per nulla raccomandabile.

Come faceva, poi, Santa Lucia a fare pipì sul mais di tutto il mondo? Ne doveva bere di ettolitri d'acqua, povera... Per non parlare del fastidio di andare di qua e di là a sollevarsi le vesti, a centrare le pentole, a cercare di evitare performance disastrose... Io, ad esempio, ero negatissima a fare pipì senza il supporto del gabinetto.

La nonna e le zie mi rimproveravano. Zitta, mischina, mangia, che la santa è felice e ti esaudisce...
Ed io, giuro, mangiavo, che a far incavolare la nonna, le zie e la Santa di certo avevo tutto da perdere.

In età consona ho smesso di mangiare mais bollito e sopratutto salato. Ma darei qualsiasi cosa per tornare un solo istante all'incoscienza dell'infanzia mentre tengo tra le mani la ciotola con il mais irrorato dalla pipì santa di Santa Lucia e mi bevo con gli occhi i tratti spensierati delle donne che mi hanno cresciuta e che ancora mi sorridono da quei momenti felici, nonostante gran parte di loro non sia più qui a festeggiare il 13 dicembre insieme a me.

Le tradizioni rappresentano l'immortalità di chi ci ha preceduto e con amore ce le ha fatte conoscere.
Le tradizioni sono la linfa delle nostre radici.

E voi, avete una tradizione che ruota intorno alla Santa di oggi?

Immagine da Internet

martedì 11 dicembre 2018

Prove d'Amore e di Felicità

È già Natale. Sembra una frase confezionata da prendere e tirare fuori proprio in questo periodo dell’anno. È già Natale, solo l’altro giorno era agosto e adesso eccoci a smanettare con alberi e pastorelli. Eppure è vero. Il tempo è relativo, è ciclico. Abbiamo necessità che lo sia: cerchiamo un tempo che dia un ritmo alle nostre esistenze, che non ci abbandoni nel bel mezzo di orizzonti e confini per nulla definiti. È la natura dell’uomo. È il senso che proviamo a dare alla nostra permanenza sulla terra. 

È già Natale. Tra un frammento caotico e l’altro, mi capitano pure di queste giornate. Giornate miti, meno frenetiche, più umane. 

In queste giornate mi piace andare per il mondo, guardare il Natale che è già arrivato, gustarmi le persone una ad una. 

Le persone, anche se non le conosci, sono sempre un pozzo di emozioni

Stamattina al bar faceva colazione il macellaio del supermercato accanto. Si capiva che era il macellaio perché aveva la casacca sporca di grasso e sangue di bistecca e lo stemma del Conad appiccicato sopra. 

“L’amore con l’amore si paga, non cantavano così?” ha detto col faccione sorridente e il cappuccino in mano rivolgendosi a me ed al barista. 

“Così pare…” ho sorriso io. 

“Ma pure con un assegno non sarebbe male” ha aggiunto una tizia dal tavolo vicino. 

“Ahhh” ha fatto il macellaio “arieccole le femmine, tali e quali a mia moglie… L’amore con l’amore si paga, almeno a Natale, a Natale bisogna essere più buoni…”. 

A Natale bisogna essere più buoni. Me lo dicevano anche da piccola. Non solo a Natale, certo, ma già che ci siamo e che il periodo fa da ispirazione. Essere più buoni. Provare, se non altro. Esercitarsi. Lanciarsi in delle Prove d’Amore, ecco, come si trattasse di un allenamento per superare un personalissimo traguardo fisico. 

Così, ho pagato il caffè e mi sono apprestata ad uscire. “L’amore con l’amore si paga” ha detto ancora il macellaio “perché gli uomini sono svalvolati, fanno la guerra ma l’unica cosa che vanno cercando è l’amore”. 

Allenarsi con delle Prove d’Amore, grandi o piccole che siano, nei confronti di se stessi e degli altri: continuo a pensarci da stamattina. Intorno solo cose brutte, tragedie che fanno accapponare la pelle, lo sfascio di una società che non accenna a rinsavire. Ma se ciascuno di noi mettesse in pratica un po’ di bene, andasse per la strada con uno spirito diverso, si facesse promotore fosse anche di minuscole rivolte contro l’assuefazione all'ingiustizia, al degrado degli ideali, al male che imperversa… 

Non è anche questo Natale? 

Voglio continuare a credere nella stilla di bene che è insita nell’essere umano. In fondo, l’amore con l’amore si paga. Mettiamo in circolazione il nostro amore come fosse moneta, metteremo in moto l’economia dei cuori di chi ci circonda. 

E voi, avete delle Prove d’Amore con cui esercitarvi in questo periodo che rimane pur sempre magico?

Immagine da Internet