Ci sono canzoni che per quanto mi riguarda assumono una valenza maggiore rispetto alle altre. Ora penserete, embbe, sai che scoperta, chi è che non possiede la sua lista di canzoni preferite? E invece no, non si tratta di semplici play list o di canzoni che ascolto per il piacere di farlo, bensì di perle musicali che io stessa eleggo e che nella mia testa posiziono nello scomparto delle robe speciali per svariati fattori.
Le plussong= plus song= maccaronicamente: piùcheunacanzone - come le chiamo io, che oramai inglesizzare fa tanto scic.
Solitamente quando mi imbatto in una plussong entro in un tunnel senza ritorno. Trascorro mesi ad ascoltare quella canzone almeno un paio di volte al giorno e finisco per perseg... ehm... per intrattenere chiunque mi stia intorno con l'invito ad ascoltarla ed i sani tentativi a condivederne e sviscerarne ogni più recondito significato.
Tuttavia, oibò, nessuno mi da veramente ascolto. Mi liquidano, Loro, gli ingrati: i parenti, gli amici, le vicine di case, gli sconosciuti in fila al supermercato a cui tento di offrire un appiglio costruttivo durante la sterile attesa di pagare.
Vi perdono, voi che non porgete l'orecchio alla salvezza delle mie raccomandazioni canore, ma solo perché non sapete cosa fate.
Visto che già c'ero, ho comunque pensato: perché non parlarne nel blog?
Appunto, parliamone.
Ed entriamo nel vivo. La #plussong di oggi: Il Bar della Rabbia, di Alessandro Mannarino.
A me Mannarino piace un sacco, sarà che mi è simpatico a pelle, sarà che ai suoi esordi l'ho incrociato mentre cantava in un locale di Roma e mi son detta, amvedi questo, che voce da paura, che stornellatore moderno, che testi goduriosi, sarà che nel tempo mi ha dato parvenza di aver mantenuto la sua identità.
Il bar della rabbia è la sesta traccia dell'album d'esordio di Mannarino, una figata pazzesca in cui si incrociano tutti i modi e i mondi di questo cantautore romano che passa con disinvoltura dallo stornello in romanesco alla ballata salentina, con dei testi che sono una chicca da prelevare, assaporare e conservare con cura.
La canzone di cui vi parlo sta nella mia #plussong list proprio per il testo ed il significato che se ne può trarre. E poi perché mi fa sorridere. Il bar della rabbia è il bar in cui metaforicamente ci incontriamo ogni giorno tutti noi, noi gente comune, che fatichiamo, lottiamo, subiamo, ci arrabbiamo, ma che alla fine abbiamo un unico grande infinito amore che ci accomuna: l'amore per la vita e per tutte le sue piccole bellezze che ne fanno una cosa grande e straordinaria.
IL BAR DELLA RABBIA
*in rosso le mie riflessioni ad ogni ascolto
"Quanno un giudice punta er dito contro un
povero fesso nella mano strigne artre tre dita
che indicano se stesso.
*(e ce ne stanno di giudici e giudicanti in giro...)
A me arzà un dito pe esse diverso
me fa più fatica che spostà tutto l'Universo.
(pure a me, una fatica...)
So na montagna... se Maometto nun viene...
mejo... sto bene da solo, er proverbio era sbajato.
(vuoi mettere, meglio soli che mal'accompagnati...)
So l'odore de tappo der vino che
hanno rimannato ndietro
So i calli sulle
ginocchia di chi ha pregato tanto e nun ha mai
avuto e ce vo fegato... ahia...
(che dirti, continuiamo a pregare e a credere... prima o poi...)
So come er vento... vado ndo me va...
vado ndo me va ma sto sempre qua.
(a chi lo dici, però il vento è bello, è immenso...)
E brindo a chi è come me ar bar della rabbia e
più bevo e più sete me vie
sti bicchieri so pieni de sabbia.
So er giro a voto dell'anello cascato ar dito
della sposa che poi l'ha raccorto e me lha
tirato e io je ho detto: mejo... sto bene da solo...
Senza mogli e senza buoi
e se me libero pure dei paesi tuoi sto a cavallo... e se me gira faccio fori pure er
cavallo tanto vado a vino mica a cavallo.
(Mannarino, sei un poeta!)
So er buco nero der dente cascato ar soriso
dela fortuna e la cosa più sfortunata e
pericolosa che mè capitata nella vita è la
vita, che una vorta che nasci, giri... conosci...
intrallazzi... ma dalla vita vivo nunne esci...
(a ricordarselo...)
uno solo ce l'ha fatta... ma era raccomannato...
Io invece nun c'ho nessuno che me spigne
mejo...n'se sa mai... visti i tempi!
( ahahahahahha - vedi un pò...)
Ma se rinasco me vojo reincarnà in me stesso
co la promessa de famme fa più sesso
e prego lo spirito santo der vino dannata
di mettermi a venne i fiori pe la strada
che vojo regalà na rosa a tutte le donne che
nun me l'hanno data come a dì: tiè che na so
fa na serenata!
(io se rinasco in cosa mi voglio reincarnare?... Però mi metto in lista per la rosa)
E brindo a chi è come me
ar bar della rabbia o della Arabia
e più bevo e più sete me vie
sti bicchieri so pieni de sabbia.
Ma mò che viene sera e cè il tramonto
io nun me guardo ndietro... guardo er vento.
Quattro ragazzini hanno fatto n'astronave con
npò de spazzatura vicino ai secchioni, sotto
le mura dove dietro nun se vede e cè naria
scura scura.
Ma guarda te co quanta cura
se fanno la fantasia de st'avventura
Me mozzico le labbra
me cullo che me tremano le gambe de paura
poi me fermo e penso:
però che bella sta bella fregatura...
(che bella sta bella fregatura, quanto è bella...)
E brindo a chi è come me ar bar della rabbia
e più bevo e più sete me vie
sti bicchieri so pieni de sabbia."